Un mondo di vino rosa Italiano è possibile, è questo il motto. Ma c’è chi non è d’accordo con questa iniziativa

“Un mondo di vino Rosa Italiano è possibile”, è questo il motto della neonata “Associazione Vino Rosa Italiano“, sodalizio ispirato dalla volontà del suo presidente Carmelo Sgandurra, meglio conosciuto come Sommelier Zosimo, che insieme ad un gruppo di uomini del vino, provenienti da diverse esperienze nel settore sono pronti alla diffusione del verbo “Rosa” nel mondo. Lo scopo primario dell’associazione è: diffondere e migliorare, in ambito nazionale ed internazionale la conoscenza e la cultura del vino rosa italiano di qualità.

Unire sotto una bandiera nazionale tutte le anime della produzione italiana di questo tipo di vino, prodotto anche dalla nostra Cantina con il Marinu, derivante da uve cannonau, sarà un impresa titanica, si diceva Sgandurra. “Ma non ci siamo arresi – commenta – spinti da quella forza di divulgare promuovere nel mondo il vino rosa italiano, abbiamo fondato “l’Associazione Vino Rosa Italiano”, un sodalizio nazionale di produttori che valorizzi i vini “Rosa” di qualità. Ne faremo delle belle ma soprattutto le faremo di vino rosa”.

Intanto, come segnalato da Wine Mag è già pronta una battaglia legale. L’iniziativa non è piaciuta a Rosautoctono, l’Istituto del vino rosa autoctono italiano, che potrebbe rivolgersi agli avvocati. Si tratta di un ente riconosciuto dal ministero a marzo 2019 e vede la compartecipazione di sei Consorzi del vino italiano, con i loro “vini rosa”: Bardolino Chiaretto, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Bombino Nero, Salice Salentino Rosato e Cirò Rosato. “Prendiamo ufficialmente le distanze da questa neonata associazione, con la quale non centriamo nulla”, ha detto a WineMag Franco Cristoforetti, presidente di Rosautoctono.

Staremo a vedere come va a finire. Intanto la produzione di vino rosa si aggira intorno ai 24 milioni di ettolitri (dati dell’Osservatorio economico mondiale dei vini rosati) e l’Italia contribuisce con un dieci per cento. Il trend è in crescita e le enoteche hanno registrato un aumento di richiesta tra il dieci e il venti per cento.