Dall’arrivo delle prime marze alla creazione dell’etichetta. Sveliamo la storia di questo vino speciale

Il vino Istranzu, Syrah in purezza, della Cantina Berritta.
Il vino Istranzu della Cantina Berritta.
foto: Media Connexction Agency

 

Ogni vino ha qualcosa da dire. Una piccola o grande storia dietro, fatta di uomini e donne, decisioni, intuizioni o semplici chiacchierate. Ogni nostro prodotto nasce in modo naturale, e con questo vogliamo dire che non ci sono strategie di marketing dietro, ma soltanto una grande ed immensa passione per il vino, per la campagna, e ovviamente tanta voglia di fare bene e offrire prodotti d’eccellenza. Così anche Istranzu ha un suo racconto, una storia speciale.

Partiamo dal principio: il suo nome. In sardo significa “straniero”. A Dorgali e in Sardegna questa parola ha un unico senso. S’Istranzu, lo straniero, è l’ospite d’onore. Senza mezzi termini. La persona venuta da fuori, da coccolare. A cui offrire buon pane, buon formaggio e anche buon vino, e poi ascoltare i suoi racconti e, trascorrere delle ore insieme, magari diventare amici.

E S’Istranzu, in questo caso, è il vitigno che abbiamo accolto nelle nostre campagne, il Syrah, che costituisce al cento per cento l’anima di questa bottiglia, e che non è sardo. «Tutto è avvenuto per caso – ricorda il nostro Francesco Berritta – durante uno di quei momenti che seguono al lavoro in Cantina, il nostro enologo Roberto Gariup portò a far visitare la nostra Azienda il suo amico e agronomo toscano, Maurizio Saettini, che ci suggerì di impiantarla nei nostri terreni nella valle di Oddoene».

L’immagine di Istranzu, creata dall’illustratore Maurizio Brocca.

 

«Anno dopo anno, il Syrah ha contribuito quindi a far nascere il Don Baddore e, infine, Istranzu, che porta in sé, appunto, il Syrah in purezza. Da lì in poi abbiamo lavorato a ogni aspetto connesso al vino. A partire dal nome, che all’epoca non esisteva. Ne abbiamo discusso con un sommelier esperto in comunicazione, Pierfranco Lavra, che ci ha affiancato a lungo in tanti altri lavori. E quale nome poteva indicare meglio un vitigno straniero, che abbiamo coccolato per così tanto tempo? A ridosso del suo imbottigliamento abbiamo dunque chiesto a Maurizio Brocca, l’illustratore di Dorgali che ha curato l’immagine delle nostre etichette, di disegnare qualcosa di appropriato. Ed è venuta fuori una magnifica rappresentazione».

«Sono partito dal nome e dal suo concetto – ci spiega Maurizio Brocca – e ho cercato di rappresentare la storia in modo concettuale e con dei personaggi. La folla di persone rappresenta la vigna, in mezzo alla vigna c’è S’Istranzu. E’ una persona che viene da fuori, ha caratteristiche diverse, ha anche un cappello, quasi fosse un viaggiatore. E tuttavia si adatta e si fonde con la massa, cioè viene accolto e incluso. E’ una metafora, così come anche richiesto dalla Cantina e come insieme ci eravamo immaginati».

Ecco qui, questo è Istranzu. Ora non resta che assaggiarlo: a questo link!